Il Kazakistan è un paese strano, fatto di vaste aree semidesertiche e di grandi spazi contaminati da innumerevoli nefandezze compiute qualche decennio fa. Adesso risulterebbe anche un paese assai ricco e deciso a spendere a più non posso per lasciare il tranquillo medioevo centroasiatico in cui versa da secoli e transitare a pieno titolo nel terzo millennio, come si vede dallo sviluppo di Astana, la nuova capitale sorta dal nulla nel deserto, ma nel momento del disfacimento dell'URSS di soldi ne giravano pochi, in contrasto con la buona volontà di fare che sembrava assolutamente apprezzabile. A dispetto delle decine di etnie che popolano il paese, ad un primo sguardo, senza problemi di convivenza, ma da sempre attendiste alle decisioni del potere centrale assoluto, fin dai tempi di Tamerlano, gli affari, allora si facevano esclusivamente con i ministeri. E, assolutamente in linea con le sane decisioni di un paese che mira alla modernizzazione, appena liberato dal giogo delle decisioni moscovite, ci era giunta una richiesta dal Ministero della salute per un piccolo impianto di produzione di latte in polvere per i bambini, che finalmente godevano delle attenzioni dell'esecutivo dopo anni di dimenticatoio. Ci lavorammo un po' e poi presentammo la nostra proposta, interessante perchè permetteva, con una spesa ragionevole di attrezzare una linea modulare, eventualmente moltiplicabile in futuro, quando le condizioni economiche lo avessero permesso. Ritenevamo la cosa quasi fatta e io mi trovavo a Mosca proprio mentre si attendeva la decisione in merito. Come ben si può immaginare le pratiche ministeriali hanno tempi uguali in tutto il mondo, figuriamoci dove si deve scegliere tra cavallo e cammello. In quel tempo non era ancora entrato in uso il telefonino, le linee telefoniche fisse internazionali, funzionavano in quella parte del mondo con prenotazioni al giorno successivo, così la comunicazione standard era il telex, un imponente ambaradan che faceva bella mostra di sè quasi al centro dell'ufficio, dove ancora non si vedevano monitor di computer. Di tanto in tanto la macchina si svegliava, come un robot dormiente di un romanzo di Asimov e cominciava un ticchettio allegro ed autonomo che risuonava lungo i corridoi e predisponeva all'attesa della novità in arrivo. Così quel giorno al termine della trasmissione, ecco arrivare Anja sulla porta dell'ufficio con la strisciata del telex appena arrivato da Alma Ata tra le mani. Era rossa come un peperone di Cuneo e pareva che il foglio di carta le bruciasse tra le mani. Quasi balbettando disse a voce bassa:" Ministero dice che soldi per latte di bambini non c'è. Ma fa altra richiesta, ma io non posso tradurre. Troppo mi vergogna. Prego scusa, ma non traduco questo." e se ne va lasciandoci interdetti con il foglio di discreta lunghezza sul tavolo. La pruderie delle signore russe è ben nota, perciò fu con molta curiosità che ci accingemmo a leggere il messaggio, che era comunque chiaro nel suo dipanarsi. Il Ministero della salute, ci comunicava infatti, che lo stanziamento previsto per la linea era stato annullato a causa di una mancanza di fondi e si scusava per questo inconveniente, ma richiedeva comunque un'offerta urgente. Si trattava di attrezzare completamente a partire dal knowhow per l'allestimento e proseguendo con tutti i materiali necessari, un pornoshop di medie dimensioni. seguiva un lungo e dettagliatissimo elenco di materiali che spaziavano dalle bambole gonfiabili a differenti attitudini, ad una lunga serie di vibratori di ogni foggia, colore, uso e dimensione (dettagliata in cm, diametri e lunghezze), un congruo numero di cassette VHS (non esisteva ancora il DVD) suddivise per generi e un fornito guardaroba di biancheria particolare. Largo spazio era dato alle attrezzature sadomaso e così via cantando. Per questo progetto il ministero avrebbe reperito senza dubbio il finanziamento. Rispondemmo che la proposta esulava dal nostro business usuale e che pur ringraziando per la preferenza non avremmo potuto presentare un'offerta. Dopo qualche giorno Anja si licenziò per andare a fare la traduttrice presso un ufficio di religiosi in contatto con la Santa Sede.
mercoledì 30 settembre 2009
Proposta indecente.
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